25 ottobre Inaugurazione Mostra Venti Venti – di Samuele Venturin

4quarti è lieta di presentare ai soci la
prima Mostra d’Arte dell’anno 2020-2021

Inaugurazione domenica 25 ottobre, dalle 15 alle 20

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TRA TEMPO E LUCE

Samuele Venturin al 4quARTI di Firenze con VentiVenti

 «Partiamo dal titolo della mostra, a prima vista sibillino: innanzitutto quel “venti venti”, che potrebbe quantificare la risposta del ventaglio al curioso pope di Tanfucio (Chiese al ventaglio un dotto archimandrita: -Dimmi, ventaglio, che cos’è la vita?- E il ventaglio, con molle ondeggiamento: -È vento, vento, vento, vento -, Renato Fucini, Sopra un ventaglio). Ma anche tradurre quello che in cifre è l’anno in corso, che ci ha regalato ciò che qui sarebbe vano ri-petere, ri-petàre, ri-partire… Al quale pare alludere anche quel ‘virale’ abbinato al surrealismo: sovente invocato e abusato, tale storico movimento, a commento delle visioni in periodo di allucchettamentoe perlopiù riferito alle nostre deserte e silenti città. Ma, come ebbe a notare nelle sue Inscriptions Louis Scutenaire: “Se la personalità esiste, non si può semplicemente essere surrealista. Si può solo essere il surrealista di un altro”. Diagnosi che sembra formulata apposta per il Samuele Venturin pittore, surrealista per conto del Samuele Venturin musicista o dei suoi eteronimi: Amilcare Tellacci e Tonio Manasca. Quest’ultimo autore di Senza parole, album datato Venti Venti che, guarda caso, si presenta dal vivo proprio all’inaugurazione della mostra ai 4quARTI.

La quale ha come elementi di forza i nuovi lavori elaborati dal locdaunin poi. Si tratta di una serie di composizioni a prima vista quasi astratte ma che, a guardar meglio, si rivelano assemblaggi di membra umane, anatomie guardate da un oblò di lavatrice; forse corpi inscatolati nella speranza di evitare contagi, organismi rientrati nei propri gusci, zippàti nel terrore. O più semplicemente nostre proiezioni che il covid ha reso contorsioniste fatte entrare in valigie, nella speranza di un futuro “rigatino” che le liberi dal Grand Hotel Quarantena senza pagarne il conto: delle “variazioni sul tema”.

A tal proposito sarebbe opportuno disquisire sui rapporti intercorrenti tra l’arte del nostro in campo sonoro e in quello visivo: indagine pretenziosa e fuorviante, quindi sommamente attraente. Buon motivo per risparmiarcela. Non esimendoci però dal notare, en passant, il fatto che sono campi difficilmente riscontrabili in una sola personalità (forse il solo Savinio presenta delle analogie col caso nostro), pur avendo a che fare con elementi fondanti quale il tempo, per la musica, e lo spazio, per la pittura: forse questa disegna nello spazio ciò che la musica disegna nel tempo. A voler forzare, grazie alla luce e alla sua velocità si possono misurare sia distanze spaziali che temporali, per stabilire magari quanti secoli impiega una stella a farci arrivare il proprio bagliore.

Ora il Venturin, che non solo è compositore, ma anche poliedrico cantautore e jazzista, esploratore di repertori popolari e sperimentatore elettronico ecc., nonché polistrumentista, versato e virtuoso bassista, fisarmonicista, tastierista ecc., non dispiega ovviamente la medesima versatilità in campo figurale ma, almeno a livello inconscio – ed ecco qui il surrealista conto terzi – ne utilizza i modelli creativi con inconsueta abilità: traducendo ritmi e melodie, flussi armonici e arrangiamenti, in campiture paratattiche, in accordi cromatici, in vibrazioni emotive. Spesso tra “panico e sbadigli”, come si sottotitolava Camaleonte, la sua personale dell’anno scorso, a indicare due strati profondi del proprio operare: paura e dormiveglia, anche questi elementi basilari della ‘tecnica’ bretoniana.

Non meravigli quindi se nei quadri di Samuele Venturin certe figure ricorrenti, siano esse nudi, ritratti, perfino paesaggi quasi astratti, acquistino spessore di simboli, visionaria araldica di quello che non si può esprimere nell’idioma della cosiddetta comunicazione, specie se di massa. Senza parole, appunto: poesia di tempo e luce.»
Presentazione di FabioNorcini, ex direttore artistico del Rosai.

In occasione del Vernissage l’Artista presenterà le musiche dell’ultimo lavoro discografico
Senza Parole” di Tonio Manasca (Samuele Venturin).
Nel rispetto delle normative anti-Covid le visite alla mostra saranno scaglionate in gruppi di massimo 10 persone, della durata di un’ora, dalle 15:00 alle 20:00.

con Renato Cordovani, Saverio Damiani, Andrea Dilillo, Emanuele Parrini

Prenotatevi all’email info@4quarti.net indicando la fascia oraria desiderata.
Per i non soci è richiesta l’iscrizione alla pagina web 4quarti.net/iscrizione-online/